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    Ritratto dei pionieri REDOG

    Urs Ochsenbein

    “Senza Urs Ochsenbein, la SSCC, e più tardi la REDOG, non sarebbero mai esistite.” Coloro i quali lo hanno conosciuto parlano di lui, d’UO, con molto rispetto ed un pizzico di ammirazione. O addirittura un pò di soggezione. In effetti era capace di affermare, già nel primo incontro: Con questo cane, non riuscirai mai ad essere ingaggiato nella ricerca in caso di catastrofe. Oppure il contrario. Poteva avere dei toni abbastanza rudi, interveniva ovunque. Ma, alla resa dei conti, aveva sempre ragione.

    Urs Ochsenbein era uno dei maggiori esperti della relazione e della comunicazione tra l’uomo ed il cane. Se si effettua una ricerca nei cataloghi di pubblicazioni, troviamo una lunga serie di titoli considerati pubblicazioni di riferimento. Sulle razze dei cani, sull’addestramento, sulla detenzione del cane, per i neo proprietari di cani, per le conduttrici ed i conduttori di cani che hanno lo scopo di salvare delle vite. Sia nell’ambito della ricerca in valanga, in macerie o in superficie.

    Verso il 1968, un gruppo di competenti conduttori di cani si è creato attorno all’iniziatore e detentore di cane. Tutti si facevano la stessa domanda: “È possibile istruire i nostri cani sportivi ubbidienti, performanti e sotto controllo, per la maggior parte con un temperamento medio, in modo che imparino a svolgere una ricerca in un terreno di macerie?” Urs Ochsenbein rispose subito in un documento: “con una formazione particolarmente seria che in primo luogo preveda un addestramento mirato alle difficoltà prevedibili per il cane, auspichiamo di provare a raggiungere questo obiettivo.”

    L’organizzazione è stata chiamata Gruppo K Zurigo e le prime iniziative di marketing furono lanciate. È stata stabilita una descrizione dei requisiti per il futuro “cane cata” (cane da catastrofe) e per la sua conduttrice/conduttore e sono stati pensati, creati e definiti in pochi mesi gli ostacoli come anche le tipologie di allenamento. Ci sono state delle negoziazioni con la SCS, la Società cinologica svizzera, e l’esercito. I primi due cani cata sono stati impiegati già nel 1969. Nel 1971, il gruppo K Zurigo ha creato le fondamenta per la SSCC, la Società svizzera di formazione di cani da catastrofe, ribattezzata successivamente REDOG. Urs Ochsenbein è partito in intervento in Friuli e a Bucarest dopo i terremoti.

    Pur anziano, si dedicava intensamente al cane, compagno dell’uomo nella vita di tutti i giorni. Egli ha sviluppato il Centro cinologico zurighese e pubblicizza nella campagna di sensibilizzazione zurighese “i cani zurighesi sono dei compagni” per una migliore intesa e un comportamento corretto da entrambe le parti: le proprietarie ed i proprietari di cani e anche le persone che passeggiano senza cane.

    Egli ha formato delle custodi e dei custodi di animali nei canili in Germania affinché educassero i futuri proprietari nei comportamenti verso i cani. Obiettivo raggiunto: i cani venivano restituiti al canile meno frequentemente. Era instancabile. Affinché il lavoro della sua vita fosse preservato, la sua assistente di sempre continua a dare dei corsi di educazione cinofila secondo il suo principio. “il suo credo era meno comandi, più di comunicazione” ci dice Esther Rickenbach. “Anche se alle volte si lasciava trasportare nella comunicazione con gli esseri umani.” La stessa pensa che questa non sia una contraddizione. “Era fatto come un cane con il carattere forte, che sfidava tutti quelli che erano attorno a lui. Se si era pronti ad accogliere le sue sfide, dava risposta a tutte le proprie esigenze.” Un grande ringraziamento a Esther Rickenbach per le informazioni su Urs Ochsenbein, date dopo essersi ritirata come membro attivo nella REDOG.

    Urs Ochsenbein è deceduto nel mese di marzo del 2001. La vita di molte persone è stata salvata grazie al suo spirito pionieristico, ai suoi programmi di formazione per i cani da catastrofe. Il suo manuale per l’addestramento dei cani da salvataggio è diventato il fondamento dell’istruzione in numerosi paesi.

    Peter Kradolfer

    In Svizzera, la storia della ricerca di persone sepolte è iniziata nel 1969, con due impieghi: una frana in montagna ed un’esplosione di una fabbrica di esplosivi. Peter Kradolfer era presente nei due posti con il suo Pastore tedesco Ari. “Mi ricordo sempre di questa brutta storia a Dottikon, con degli odori intensi”, ci dice l’ottantaduenne. La seconda squadra cinofila presente al momento di questi interventi era composta da Urs Ochsenbein e da Gary. Entrambi erano soci attivi del “gruppo-K-Zurigo” e membri fondatori della SSCC, la società svizzera per la formazione dei cani da catastrofe.

    In quegli anni, Peter Kradolfer viveva a Disentis per motivi professionali. Ingeniere civile appena diplomato, lavorava nella località della costruzione della diga Santa Maria sul passo del Lucomagno. Ancora oggi ha i brividi quando si ricorda quanto aveva freddo alle dita installando il teodolite. Ari, cane da valanga istruito, era al suo fianco: “il passaggio dalla ricerca in una grande massa di detriti trasportati da una valanga alla ricerca in un mucchio di macerie non era infatti un gran traguardo”, si ricorda degli inizi della ricerca di persone sepolte in Svizzera. Non c’erano documenti disponibili, l’apprendimento si svolgeva nella pratica. La collaborazione con delle organizzazioni estere era inesistente all’inizio. “eravamo quindi in qualche modo dei pionieri.”

    Peter Kradolfer, che all’epoca era capitano della compagnia della protezione aerea, si è fortemente impegnato per introdurre nell’esercito e nella protezione civile il cane da ricerca in caso di catastrofe. Durante un allenamento, ha dichiarato, mentre vuotava la sua pipa: “Non abbiamo bisogno dell’esercito, ma l’esercito ha certamente bisogno di noi”. Infine ha convinto i suoi interlocutori ad organizzare dei corsi di ripetizione sperimentali ed ha lui stesso istruito numerosissimi conduttori di cani militari da catastrofe. Oltre a REDOG, l’esercito addestra ancora oggi le squadre cinofile di ricerca di persone sepolte, quadre che parallelamente sono membri di REDOG.

    Alois Hafner

    C’era fin dall’inizio e uno dei pionieri nella ricerca di superficie, all’epoca chiamata “ricerca nei campi e boschi”: Alois Hafner. Il Grigionese, che ha addestrato tre cani come cani da valanga, di polizia, di ricerca di persone sepolte e di ricerca di superficie, ha partecipato a numerosi impieghi all’estero. In occasione del terremoto a Bucarest nel 1977 ha partecipato come conduttore di cane, al recupero di nove persone trovate vive. In qualità di capo intervento, ha condotto le squadre cinofile durante il terremoto del 1982 nel nord dello Yemen ed in occasione della catastrofe della rottura della diga in val di Stava in Italia nel 1985.

    La sua esperienza di agente di polizia cantonale l’ha portato a trovare un modo per utilizzare il fiuto del cane anche per la ricerca di persone scomparse “la scomparsa di una persona è un avvenimento che può capitare tutti i giorni, a qualsiasi ora, ovunque. Siamo tenuti, nei confronti dei genitori, dei partners, dei figli, ad esaminare in dettaglio tutte le possibilità che potrebbero permettere di ritrovare il loro caro”, descrive così la sua motivazione.

    Urs Ochsenbein, capo dell’addestramento, e Reinmar Juchli, capo intervento, erano i membri della squadra che hanno avuto un ruolo decisivo e di sostegno nello sviluppo e la realizzazione della ricerca di superficie a livello nazionale. “Come trio non solo andavamo molto d’accordo, abbiamo anche sviluppato, nello spirito costruttivo di squadra, i principali parametri per la formazione e l’impiego nella ricerca di superficie.” Alois Hafner ha pubblicato, nel 1986, il “Manuale Ricerca di superficie”.

    Ermanno Genasci

    Grazie Paola Poli per i ricordi personali di Ermanno Genasci e dei primi tempi di REDOG in Ticino.

    È il 1975. Grazie all’acume, all’entusiasmo, alla tenacia e alla perseveranza di Ermanno Genasci, anche il Ticino poté fondare un proprio gruppo regionale.

    Quindi Ermanno Genasci: Persona estremamente gentile, corretta, diplomatica, professionale, ma anche determinata nel cercare di raggiungere gli obiettivi che lui stesso si era prefissato e che il suo ruolo richiedeva, ha raccolto attorno a sé appassionati cinofili.

    Il nostro territorio, la Svizzera, era stato diviso per regioni, per una più facile gestione amministrativa, geografica o di formazione dei Teams conducente-cane. Alcuni gruppi comprendenti più cantoni, altri per questioni geografiche basati su un solo territorio/cantone. All’inizio al Ticino era stato affiancato anche il territorio del Moesano.

    Era il 1979. Giovane conducente cinofila mi resi conto che le discipline sportive non catturavano in pieno il mio entusiasmo. Sento parlare dell’allora SSCC, ora REDOG. Mi informo e prendo contatto con il presidente Ermanno Genasci.

    Ci accordiamo sul mio inserimento nel gruppetto che allora faceva capo a Edoardo Cavazzi, grande ed espertissimo cinofilo che si allenava nel Luganese, quindi più vicino al mio domicilio. Allora ci si spostava molto meno per lavorare con i cani! Genasci si occupava dell’addestramento di coloro che abitavano nel Sopraceneri e si allenavano in Vallemaggia.

    Ermanno Genasci: era un presidente molto versatile. Il suo campo d’attività spaziava in tutti gli ambiti:

    • presidente centrale
    • presidente regionale
    • monitore
    • organizzatore di concorsi
    • organizzatore di we in montagna per lavorare sulle valanghe
    • portavoce presso autorità politiche, di Polizia e i media.

    La sua era una presenza discreta. Non si intrometteva nell’attività del “gruppetto sud”, ma la sua vigilanza era costante. Durante i concorsi verificava che il livello di formazione fosse buono e si aspettava risultati positivi. In caso contrario ci spronava a tener duro e a migliorare. Non mancavano le critiche, se necessarie, ma sempre con il sorriso sulle labbra.

    Con il suo accompagnamento ebbe quindi inizio la mia grande avventura nella “cata”. Nel mese di ottobre del 1981 ottengo il mio primo brevetto cata e un mese dopo avviene il devastante terremoto in Irpinia, Italia. Le condizioni meteo erano avverse.

    Ermanno Genasci fa i salti mortali per organizzare la partenza di Teams per le zone terremotate. Per questioni geografiche e di lingua era ovvio che i primi a partire fossimo noi Ticinesi, poi raggiunti da altri della Svizzera Interna. Erano veramente altri tempi, tutto era molto complicato da organizzare anche a causa delle comunicazioni difficili o interrotte. Non esistevano i telefoni cellulari. Durante tutto il tempo dell’intervento Ermanno si occupò anche di mantenere i contatti con le famiglie di chi, come me, era partito.

    E che accoglienza al ritorno! Il suo viso radioso d’ orgoglio ce l’ho ancora stampato ben chiaro nella memoria! Grazie al fiuto e al lavoro dei nostri cani eravamo riusciti a far estrarre vive dalle macerie 9 persone! Un risultato del genere ripagava da tutto: stress, preoccupazioni, difficoltà, … e spronava in modo esponenziale a continuare su quella strada.

    Guarda un po’! Dopo oltre 40 anni sto ancora lavorando in quest’ambito! Grazie Ermanno: Grande persona, grande amico, grande presidente!

    Georges Pellet

    Georges Pellet faceva parte del gruppo di conduttrici e conduttori di cani da valanga vicino a Urs Ochsenbein, che si impegnava a trasferire l’operato dei loro cani nella ricerca sotto le macerie. Mentre delle esercitazioni si svolgevano in Svizzera tedesca, le Ginevrine ed i Ginevrini avevano organizzato il primo allenamento sul campo della Protezione civile di Bernex. “Siamo stati confrontati ad alcune incognite”, si ricorda Arielle Christe, l’attuale presidente del gruppo regionale Ginevra, “ma fu il calcio d’inizio per la creazione del gruppo in Svizzera francese.”

    Un anno dopo la creazione della SSCC, precedente nome di REDOG, nel 1971, Georges Pellet è il membro fondatore del gruppo regionale Ginevra, che all’epoca rappresentava tutta la Svizzera francese. Ha diretto il gruppo regionale dal 1974 al 1984. Ha partecipato all’intervento per il terremoto nel Friuli nel 1976 con il suo Pastore Annouk. E come capo squadra nello Yemen del Nord nel 1982. È stato istruttore e capo intervento della ricerca in macerie e di superficie.

    Nel corso della sua presidenza, Georges Pellet ha creato un ambiente di benevolenza in seno alle autorità e alle fondazioni nei confronti dell’organizzazione dei cani da soccorso. Le Ginevrine ed i Ginevrini sono stati i primi ad avere degli apparecchi radio, sponsorizzati. La città di Ginevra esonera i cani  brevettati dall’imposta sui cani e li assicura contro gli infortuni durante gli allenamenti. Altre sovvenzioni della città e del canton Ginevra portano il cassiere centrale di REDOG svizzera ad invitare una delegazione di REDOG Ginevra per ricevere dei suggerimenti. Georges Pellet ha reso possibile la creazione della prima sezione di “cani da catastrofe” nella Protezione civile in Svizzera ed ha avviato la collaborazione con “montagna Soccorso”, la sezione di salvataggio del CAS di Ginevra, principalmente per le operazioni sul Mont Salève.

    Otto Aeschbacher

    Otto Aeschhbacher, pure membro fondatore nel 1971 e membro fedele fino alla sua morte. È stato a capo del gruppo regionale Berna Oberland e presidente della società svizzera SSCC.

    Seguirà un omaggio dettagliato.

    Reinmar Juchli

    Oltre al grande pioniere Urs Ochsenbein, il capo impiego Reinmar Juchli era il “l’organizzatore, pioniere e mediatore” tecnico in seno alla SSCC. I primi test d’intervento per le squadre cinofile di catastrofe a Wangen an der Aare si sono svolti sotto la sua egida. Il poliziotto, anche conduttore di cane di servizio, è stato il primo presidente e membro fondatore del gruppo regionale Zurigo.

    Ewald Keller

    A fianco del fondatore di REDOG, Urs Ochsenbein, Ewald Keller istruiva le conduttrici ed i conduttori unitamente ai loro cani, membri del gruppo regionale Zurigo, nella ricerca in macerie. È stato operativo con i suoi due bovari dell’Entlebuch, Odle e Faruk, ed è stato inoltre capo impiego. “Durante il difficile impiego in Sud Italia nel 1980, Ewald ed il suo bovaro dell’Entlebuch erano la pacatezza personificata” si ricorda Jeremias Janki. Quando la ricerca di superficie ha avuto inizio, Ewald Keller era già attivo in questa disciplina: monitore, esperto e capo impiego.

    È il turno di Margrit Keller di descrivere il suo vecchio istruttore: “Ewald era una persona particolarmente disponibile che sosteneva immensamente le conduttrici ed i conduttori di cani. Era capace di abbandonare la sua confortevole posizione quando intravvedeva del potenziale in noi o nei nostri cani. Gli allenamenti con lui erano stimolanti, perché ci accordava molta più fiducia di quanta ne avessimo in noi stessi.”

    Comunque, Ewald Keller era peraltro una persona riflessiva, modesta e riservata. “Coloro che erano autorizzati a dargli del tu si sentivano molto onorati.”

    Ewald Keller era a capo del gruppo regionale Zurigo dal 1977 al 1988 ed ha sostenuto le presidenti ed i presidenti in qualità di vice-presidente fino all’anno 2000.

    Peter Huwyler

    Il posto di formazione e dei test Wangen an der Aare è luogo di allenamento ancora oggi ed è stato realizzato grazie all’iniziativa permanente e al sostegno dell’ aiutante sottufficiale Peter Huwyler. E questo, senza oneri finanziari importanti – come avviene di solito.

    Heinz Brecht

    All’epoca, ossia nel 1958, è stato costretto a vendere la sua bicicletta per procurarsi 50 franchi necessari all’acquisto del suo primo cane. Arno non è diventato un cane da soccorso: il maschio era molto pesante e Heinz Brecht, che aveva 14 anni, non era in grado di averlo sotto controllo. Con Tasso, suo terzo Pastore tedesco, ha frequentato, nel 1972, i primi corsi che l’esercito proponeva ai futuri conduttori di cani di cata (cata=catastrofe).

    Heinz Brecht è stato in impiego per la prima volta in occasione del terremoto in Romania nel 1976. Lì ha realizzato per la prima volta quello che significa partire con il cane in impiego ed in che modo i cani salvano gli esseri umani sotto le macerie. “Sebbene non sia più partito in impiego, questo evento si è impresso nella mia memoria e sapevo che tutto il lavoro degli anni precedenti ne era valso la pena: di aver lavorato così tanto con il cane, di aver sacrificato altrettanto tempo libero, percorso innumerevoli chilometri per raggiungere i diversi campi di allenamento. Ne è valsa la pena, perché una vita umana ha potuto essere salvata”.

    È all’origine dell’idea che REDOG, la Rega e i cani del CAS, impegnati in inverno in montagna, siano altresì formati ed ingaggiati per la ricerca di superficie in montagna durante l’estate. In qualità di capo della formazione e presidente della commissione tecnica, Heinz Brecht è stato ingaggiato in numerosi interventi concreti. Ha istruito delle squadre cinofile in Messico, in California e in Europa: Germania, Belgio, Italia, Austria, nonché la squadra cinofila della polizia giapponese in Svizzera. “

    La richiesta internazionale era importante e REDOG può essere fiera di avere formato dei conduttori di cani capaci di intervenire rapidamente nel loro paese in caso di catastrofe.” Ciò ha probabilmente contribuito, secondo Heinz Brecht, alla forte diminuzione delle richieste di impieghi all’estero delle squadre di ricerca in macerie di REDOG nel corso dei questi ultimi anni.

    Fritz Dummermuth

    Anche lui è membro della SSCC/REDOG fin dagli esordi: Fritz Dummermuth. Se i cani riescono a fiutare le persone sepolte sotto una valanga, perché non ne sarebbero capaci sotto delle macerie?

    Il direttore della fabbrica di candele Balthasar a Hochdorf ha spontaneamente realizzato un piccolo terreno di prova dietro la sua impresa. Ha sotterrato dei tubi, creando così dei nascondigli per le figuranti ed i figuranti. Ha costruito degli ostacoli di allenamento. L’idea di Fritz Dummermuth ha convinto un piccolo gruppo di cinofili. Si sono svolti numerosi allenamenti ed i primi successi non si sono fatti attendere. Il “Gruppo di collaboratori Svizzera centrale della SSCC”, precedente nome dei gruppi regionali, è stato sostituito da REDOG.

    Le feste di Natale del gruppo regionale Svizzera centrale, che egli organizzava nella cantina della fabbrica di candele, erano indimenticabili, ricorda Bruno Maurer, anche lui membro onorario REDOG: “durante la festa, la leggendaria visita del deposito nell’impresa era un’esperienza particolarmente apprezzata. Abbiamo acceso delle candele di Hochdorf nel nostro salotto per anni”.

    Edi Bucher

    Nel 1972 Edi Bucher fa parte del gruppo fondatore attorno a Urs Ochsenbein, il pioniere della Svizzera orientale. Lo stesso anno, diventa membro fondatore del gruppo regionale. Con Peter Kradolfer, Heinz Brecht, Otto Aeschbacher e Urs Ochsenbein, Edi Bucher è in prima linea quando di tratta di introdurre la formazione di conduttori di cani da catastrofe in seno all’esercito. Con Baras, un grande Bovaro svizzero, partecipa al primo corso pilota di ripetizione. È istruttore delle future conduttrici e conduttori di cani dell’esercito fino al 1997. Con il suo ultimo cane, Iso v. Widenbaum, un Bracco tedesco a pelo duro, Edi Bucher si aggiudica due volte lo “Swiss Open”, campionato internazionale dei cani di servizio, nella categoria “cata” (=cani da catastrofe).

    Per 20 anni, Edi Bucher mette a disposizione del comitato centrale REDOG il suo sapere ed i suoi contatti. È capo “formazione” per sei anni. In qualità di capo “impiego”, organizza ogni anno due test di intervento per 14 anni. Numerose sono le decisioni difficili da prendere con i capi intervento dei gruppi regionali, quando si tratta di selezionare le migliori squadre cinofile per partire in impiego. Egli prende parte a 16 interventi, il primo come conduttore di cane in Jugoslavia con Baras nel 1979. “L’anno 1999 è il momento culminante”. L’anno segnato da quattro terremoti resta impresso nella memoria di Edi Bucher. Egli parte in intervento con la Catena svizzera di salvataggio, come capo squadra e nel suo ruolo di capo “intervento”.

    Durante tutti questi anni, Edi Bucher lavora con i suoi cani anche nell’ambito dello sport cinofilo, come cane sanitario, da valanga o da difesa. “Mi è sempre stata a cuore la formazione polivalente e variegata dei miei cani.” Dei suoi cani cinque sono stati impiegati nella REDOG, nella ricerca in caso di catastrofe come anche nella ricerca di superficie. Diversamente da oggi, all’epoca non era raro che le conduttrici ed i conduttori di cani fossero impiegati nei due ambiti. Dopo la guerra in Bosnia-Erzegovina, Edi Bucher viene ingaggiato per sei mesi come Security Officer con il suo cane Iso nel quartier generale dell’OSCE a Sarajevo. Le esperienze che Edi Bucher ha avuto lì nell’ambito delle mine e degli esplosivi lo spingono ad istruire il suo cane come cane da ricerca di esplosivi. Sono ingaggiati per la prima volta nell’ambito del WEF.

    Edi Bucher è un istruttore molto richiesto in Svizzera e all’estero. Trasmette volentieri le sue ampie conoscenze alle conduttrici ed ai conduttori di cani che ne sono interessati. Oltre a molteplici mandati per organizzazioni di cani da salvataggio, Edi Bucher affianca due progetti di Capacity Building della DDC: la squadra di CISAR in Cina è classificata secondo le linee direttive INSARAG. Varie ristrutturazioni in India impediscono la classificazione del gruppo indiano.

    Charles Raedersdorf

    Quando pensa a REDOG, Charles Raedersdorf si vede in un aereo. Il mese scorso ha ripreso la funzione di responsabile dell’Aiuto umanitario e del Corpo svizzero di aiuto in caso di catastrofe (CSA). In questo ruolo, è anche capo della Catena svizzera di salvataggio. Era nel novembre del 1988. Poco dopo il decollo dell’aereo Swissair diretto in Armenia, si gira dalla cabina e vede un’immagine che resterà impressa nella sua memoria: “Ho visto dei musi di cani, piazzati sui sedili dei passeggeri.”

    Qualche ora dopo, li osserverà cercando dei sopravvissuti sotto le macerie, affiancati dalle loro conduttrici e conduttori di cani. Cinque persone sono state salvate. Oggigiorno, da tempo pensionato, Charles Raedersdorf è sempre così tanto impressionato ed affascinato dal lavoro dei cani da soccorso in macerie. Impressionato per il lavoro e la costanza necessari per la formazione e l’allenamento con i cani, rendendo possibili tali salvataggi.

    Nel 1988, era già da otto anni che il Corpo svizzero d’aiuto in caso di catastrofe e le unità cinofile dei cani da soccorso della SSCC/REDOG insieme fornivano un aiuto immediato in seguito ai terremoti. Quello che inizia nel 1980 sottoforma di libera cooperazione, in seguito al terremoto in Algeria ed in Italia, viene istituzionalizzato nel 1982, con la creazione della Catena svizzera di salvataggio. Arthur Bill ha sviluppato l’idea della catena di salvataggio nell’intervento in Sud Italia. In effetti, delle persone sepolte hanno potuto certamente essere localizzate, ma non hanno potuto essere salvate per tempo, perché non c’erano a disposizione i soccorritori e le soccorritrici come anche gli strumenti adeguati.

    Charles Raedersdorf si impegnerà per ottenere un sostegno finanziario fisso dalla Confederazione per la disponibilità e gli ingaggi della REDOG.  “Oggi la REDOG non sarebbe la società che è, se i capi della catena di salvataggio, Charles Raedersdorf, ed il suo successore, Toni Frisch, non se ne fossero occupati”, dice Kilian Schnyder, presidente centrale SSCC/REDOG al fianco di Charles Raedersdorf.

    “Il Corpo svizzero di aiuto in caso di catastrofe apprezza molto che REDOG continua a motivare i suoi membri e i compagni a quattro zampe, per poter mantenere il livello alto e raggiungere gli obiettivi.” Ecco quello che ha scritto Charles Raedersdorf in una pubblicazione per il 25esimo anniversario della SSCC, rinominata REDOG proprio in occasione di questo anniversario. Charles Raedersdorf è stato pure coinvolto in questo cambiamento di un nome, più comprensibile a livello internazionale. “Tutti gli impieghi umanitari a seguito di emergenze all’estero hanno contribuito al fatto che questa eccellente organizzazione di soccorso sia riconosciuta nel mondo intero.”

    È particolarmente onorante e rallegrante per il sostenitore di REDOG Charles Raedersdorf poter festeggiare per la seconda volta la scadenza di un quarto di secolo e congratularsi con “i fondatori innanzituttto, poi tutti quelli con e senza cane, i simpatizzanti, che si sono impegnati con passione per la REDOG durante questi 50 anni. 50 anni di REDOG da diritto ad orgoglio, non intriso di presunzione, ma di gratitudine ed umiltà.” Egli auspica che i 50 anni di REDOG siano la base per arrivare al 100esimo anniversario. “Il successo si vedrà confermato e questo sarebbe il regalo più bello per il futuro. REDOG deve restare un biglietto da visita che attira tutti gli sguardi, anche come membro della Catena svizzera di salvataggio, uno strumento prezioso della politica estera del nostro paese.”

    Jeremias Janki

    In Svizzera e all’estero, è soprannominato “Mister Termica”. La termica e le correnti d’aria non hanno più segreti per Jeremias Janki. In effetti, come ingegnere nel settore del riscaldamento e della tecnologia climatica, le correnti d’aria appartengono al suo quotidiano professionale. Queste conoscenze sono peraltro utili nella ricerca delle persone scomparse.

    Una persona seppellita o data per dispersa rilascia delle molecole di odore e perde in continuazione delle particelle di pelle. Questi elementi risalgono, stagnano o ricadono, a seconda delle condizioni climatiche, ed il vento le trasporta nella sua propria direzione. Le conduttrici e i conduttori di cani che sono in grado di valutare questi flussi sono capaci di impiegare i loro cani in modo ottimale e la loro ricerca raggiungerà più rapidamente il successo, nel migliore dei casi. Ci sono diversi modi per valutare le correnti d’aria: dal “dito bagnato” al “tubo professionale fumogeno” passando sempre dall’osservazione permanente delle condizioni climatiche.

    Questa conoscenza richiede molta esperienza come anche delle formazioni e dei perfezionamenti specifici – nella teoria come nella pratica. Nella formazione, dei petardi e altri strumenti fumogeni vengono utilizzati per simulare in modo approssimativo le correnti d’aria all’aperto, nelle macerie oppure in spazi chiusi. È una delle ragioni per le quali Jeremias Janki è avvolto, in quasi tutte le fotografie, da fumogeni. Ciononostante, la termica e le correnti d’aria non sono gli unici fattori decisivi. “I possibili luoghi di soggiorno, il momento della giornata e l’esperienza pratica e nelle macerie giocano un ruolo molto importante per una localizzazione in tempo utile”, ci spiega Jeremias Janki. Malgrado il cane cerchi giustamente in modo intuitivo, “senza che noi necessariamente comprendiamo.”

    Nel 1976, Jeremia Janki è entrato nella Società Cinofila di Lugano come conducente cinofilo sportivo. Un anno dopo, ed era già membro di REDOG del gruppo regionale Ticino ed aveva ottenuto il brevetto con il suo Pastore, Hajko, nel 1978. Grazie alle sue conoscenze della lingua italiana, era a capo di una squadra di cani da catastrofe nel 1980, in occasione dell’impiego per il terremoto in Sud Italia. Siccome la nebbia non permetteva agli aerei di decollare da Lugano e da Milano, le squadre REDOG sono andate in treno a Salerno. Hanno poi raggiunto in bus le città di Laviano e Santomenna, percorrendo delle strade a volte distrutte. “C’erano delle bare e dei cadaveri ovunque, si vedevano delle persone ammassate a discutere e dei soccorritori allo stremo scavare nelle macerie.” Le immagini attraversano lo spirito di Jeremias Janki. “Degli edifici demoliti rischiavano di crollare ad ogni replica sismica.”

    Dopo questo intervento, le negoziazioni per la fondazione della Catena svizzera di salvataggio sono riprese celermente: “perché una localizzazione senza le squadre di soccorso non deve più accadere”, evidenzia Jeremias Janki. REDOG è tra i primi promotori della Catena svizzera di soccorso, ed era già partita in intervento precedentemente, con il Corpo svizzero d’aiuto in caso di catastrofe, chiamato oggi Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA), e la Guardia aerea svizzera di soccorso, ovvero la Rega.

    “Ermanno Genasci, presidente centrale dal 1981 al 1988, scherzava spesso all’epoca: “credimi, un giorno diventerai presidente centrale”, ricorda Jeremias Janki, sorridendo. Aveva avuto ragione. Dal suo ruolo di presidente del gruppo regionale dei Grigioni, dove si è trasferito nel 1982, è entrato direttamente nel comitato centrale, che ha poi presieduto dal 2002 al 2011. Ex comandante volontario dei pompieri, membro dell’autorità esecutiva di Davos e da molto tempo conduttore di cane da valanga del CAS, Jeremias ha creato numerose sinergie e una base per la collaborazione tra il CAS e l’OFPP, l’Ufficio federale della protezione della popolazione.

    Jeremias Janki non ha mai smesso di impegnarsi per lo sviluppo della REDOG: i gruppi strategici possono contare sulla sua importante esperienza, visto che è stato a capo di numerose modifiche strutturali. Con le sue competenze nell’ambito delle termiche, è un formatore e un ambasciatore di REDOG apprezzato sia in Svizzera che all’estero. Sui campi di allenamento, le giovani conduttrici e conduttori di cani possono bombardarlo di domande, perché Jeremias sta addestrando un nuovo cane: una femmina Labrador Dahlia.

    Andréa Engel

    Il suo nome è un presagio? Il nome Andrea proviene dal greco e significa audacia. L’audacia è definita come la capacità di mantenere la volontà di farcela in una situazione difficile e comportante degli svantaggi, nonostante i risvolti. Questo corrisponde esattamente a Andréa Engel.

    Qualcosa di unico è nato al momento della creazione della SSCC. A prescindere dalle barriere linguistiche, gli Svizzeri tedeschi e i Romandi si sono incontrati per il lavoro nazionale dei cani da soccorso. Di lingua materna tedesca ed allenandosi a Ginevra, Andréa Engel ha presto contribuito in modo importante alla comprensione tra queste due lingue. Perché non è sempre facile garantire la coesione tra le regioni linguistiche e le mentalità. Tipicamente svizzero? Semplicemente il federalismo. Per Andréa Engel l’elemento più importante nella REDOG era di cercare in continuazione di conciliare i Romandi con la mentalità della maggior parte dei membri del resto della Svizzera…. “con più o meno successo”, aggiunge lei facendo l’occhiolino. “In ogni caso, REDOG mi ha dato la gioia e la realizzazione di ingaggiarmi per il bene degli altri all’interno di un gruppo di appassionati sulla stessa lunghezza d’onda, sia in un ambito ristretto che più ampio”.

    Andréa Engel è entrata nel gruppo regionale Ginevra della SSCC nel 1978, impegnandosi per il marketing, in collaborazione con François Rod. Il gruppo regionale ha potuto fare affidamento su solide basi finanziarie già molto presto, grazie alle donazioni ed alle sovvenzioni cantonali. Alla luce delle sue conoscenze linguistiche ed il suo talento nell’ambito organizzativo, ha partecipato all’organizzazione di conferenze, si occupava della logistica nelle manifestazioni, incoraggiando lo scambio internazionale delle esperienze in occasione degli allenamenti. È sempre stata il collegamento linguistico, grazie alle sue conoscenze del francese, dell’inglese e del tedesco. Ha gestito il segretariato di REDOG per due anni. Ha tradotto il manuale di Alois Hafner sulla ricerca di superficie ed ha scritto il libro “Zusammenspiel von Mensch und Hund” (l’interazione tra uomo e cane). Per concludere: ancora nel 2017, ha aiutato alla realizzazione del nuovo sito Internet redog.ch ed ha tradotto tutti i testi.

    Andréa Engel è stata attiva cani di cinque diverse razze: Con Yak, il suo cane pastore, è stata in impiego nel 1999 a Izmit in Turchia. “come numerosi altri membri di REDOG nel corso della mia lunga carriera, ho avuto il privilegio di poter partecipare ad un solo intervento reale all’estero. Comunque, spesso ho trovato più difficile seguire da casa gli interventi all’estero di REDOG, per diverse ragioni.” Con Louna, la sua femmina Springer Spaniel Inglese, ha contribuito alla realizzazione del lavoro del cane da ricerca di cadaveri nella REDOG.

    Dopo il suo tempo attivo a REDOG Andréa Engel ha traslocato nella sua città d’origine, Salisburgo, con il suo compagno Jean-Marc, anche lui attivo nella REDOG. Non essendo l’obiettivo di essere meno attiva: ricercando un’attività consona alla razza di Louna, molto desiderosa di imparare, Andréa Engel ha scoperto il “lavoro con il dummy”, un’attività sempre più conosciuta in Germania ed in Austria per le numerose razze di cani da caccia. Si è impegnata per gli interessi di questa attività sportiva relativamente nuova in seno al Club austriaco dell’Epagneul di caccia. Oggigiorno è co-responsabile della formazione e l’organizzazione di seminari di allenamento e di concorsi in questa attività. Dopo la morte di Louna, ha adottato un cucciolo di Epagneul springer inglese, nonostante la sua età avanzata, sta preparando questo giovane cane per i prossimi concorsi di dummy.

    Ruedi Gantenbein

    I cani lo accompagnano da quando era molto giovane. Ruedi Gantenbein partecipa al primo concorso cino-sportivo all’età di solo 12 anni. Seguono molti concorsi, anche nella disciplina sanitaria. Tuttavia la professione e l’esercito lo costringono a ridurre in modo importante lo sport cinofilo. Egli incontra quindi Urs Ochsenbein in occasione di una dimostrazione di cani da catastrofe nel centro di formazione della protezione civile a Altstätten. “Ci siamo trovati immediatamente sulla stessa lunghezza d’onda, anche se mi ha fatto chiaramente capire che non avevo nessuna possibilità di avere successo nella formazione cata con il mio Alano”, si ricorda Ruedi Gantenbein del suo primo incontro con il pioniere REDOG alla fine degli anni 70.

    Con il suo Schnauzer gigante, Voss vom Katzenturm, il Grigionese si allena nella ricerca di superficie, disciplina che si sviluppava durante quegli anni in un gruppo attorno a Alois Hafner nella regione dei Grigioni. Ruedi Gantenbein ed il suo cane superano il brevetto. Partono per l’unico impiego per cani da ricerca di superficie all’estero: per cercare uno scienziato che faceva delle ricerche sui lupi negli Abruzzi nel 1991. “lo spirito di squadra nell’equipe e la grandissima determinazione dei cani mi hanno impressionato molto. Questo mi mancava nello sport cinofilo.”

    Con i due cani che ha avuto dopo Voss, Snob von Bartenwetzer e Bajka vom Katzenturm, Ruedi Gantenbein è anche operativo nella ricerca in caso di catastrofe. “All’epoca una formazione nelle due discipline era ancora possibile dal punto di vista del tempo richiesto”, ci dice sorridendo. Ma non è tutto. Ruedi Gantenbein subentra a Heinz Brecht come responsabile ricerca di superficie/ricerca in montagna e porta avanti la collaborazione con il CAS, grazie ai suoi buoni rapporti con l’allora capo della ricerca in valanga. Si sono svolte delle settimane di allenamento e dei test di intervento in comune. “Eravamo sulla buona strada per le convocazioni degli impieghi, fino al momento in cui un cambiamento a livello personale ha fatto cambiare tutto.”

    Grazie a Ruedi Gantenbein anche dei cani senza pedigree sono potuti diventare cani da salvataggio nella ricerca di superficie. “Precedentemente, se si voleva diventare operativi nella ricerca di superficie, bisognava in primo luogo superare un concorso sanitario della SCS, la Società cinologica svizzera. Questo escludeva automaticamente tutti i proprietari di cani senza pedigree.” Ruedi Gantenbein ha creato un test di intervento con le discipline di condotta, che sostituisce l’ubbidienza e il lavoro di fiuto. “Superando con successo questo test, ci si poteva presentare al test di intervento della ricerca di superficie, indipendentemente dal fatto che il cane aveva o meno il pedigree SCS.”

    La formazione gli stava molto a cuore. Grazie ad un membro REDOG, Ruedi Gantenbein è entrato in contatto con degli interessati conduttori di cani in Corea del Sud. Per dodici anni si è recato sul posto una o due settimane per addestrarli. “Non era facile” ci racconta dei suoi vissuti in Corea del Sud. “I cani ed i loro conducenti venivano continuamente sostituiti e l’attitudine generale verso il cane in quanto animale domestico non era la stessa che da noi.” Dopo 4 anni di preparazione, tre conduttori di cani superarono l’unico test di intervento in Asia. “Sono particolarmente orgoglioso perché un ‘allievo’ di questo gruppo ha superato il test di giudice di cane da salvataggio dell’IRO e svolge attualmente questa funzione nel mondo intero.”

    Nell’IRO, Ruedi Gantenbein è per molto tempo responsabile dei corsi ed è attivo in tutta l’Europa. “Ho soprattutto focalizzato il mio impegno nella formazione dei monitori e nell’elaborazione di un manuale per i cani da catastrofe, di superficie e di valanga.”

    Toni Enzler

    Una formazione seria e di alta qualità gli è sempre stata a cuore. Non soltanto quella delle conducenti e dei conduttori di cani, ma anche quella delle istruttrici e degli istruttori. “Se il trio conducente cane, cane e istruttore funziona, il binomio sarà più velocemente operativo.”

    Nel 1979, Toni Enzler deve essere stato seguito da uno dei migliori istruttori, perché lui e Lars, il suo Pastore tedesco, hanno superato il test di intervento per diventare una squadra di cane da ricerca in caso di catastrofe solo un anno dopo. Isttrutore era Alois Hafner, membro onorario e pioniere nella ricerca di superficie

    Pure con Aci, un Golden retriver, il Grigionese è diventato operativo in un anno. “Mi avevano avvisato gli esperti che non avrei potuto più lavorare con il mio cane in un anno; gli avrei chiesto troppo e avrei dovuto dunque ripresentarmi al test l’anno seguente.” Un anno dopo, Toni Enzler ha ancora una volta superato il test con un risultato brillante. Certamente sentiva “una certa tensione” dentro di sé, ma Toni Enzler si ricorda sorridendo: “Wangen an der Aare è un meraviglioso terreno di allenamento, l’ho davvero adorato.”

    Già dopo il primo test di intervento, Alois Hafner, suo istruttore, pronuncerà la frase che Toni Enzler ripeterà a Elias Kalt anni dopo: “L’operatività è legata a dei doveri. Ora sei istruttore.” Toni Enzler modificherà il programma degli allenamenti. Progetta un coperchio ed una cassa che avranno il suo nome che avranno un grande successo, non soltanto in Svizzera, ma in tutto il mondo. Un coperchio ed una cassa che, durante gli allenamenti, stimolano i giovani cani a grattare e ad abbaiare. Questo concetto verrà ripreso da altre organizzazioni che istruiscono i cani da ricerca, soprattutto i cani da ricerca di sostanze stupefacenti. Fino in California. Del resto Toni Enzler ha formato delle squadre cinofile nel Tirolo e in California.

    Da quel momento, i cani grigionesi ottenevano i punteggi migliori nei test. Ma attenzione! Abbiamo dimenticato un importante dettaglio che ha un’influenza molto importante, secondo Toni Enzler: “Durante l’addestramento, nel buco devono esserci i migliori figuranti.” Interpretano il ruolo della “vittima” nell’allenamento ed hanno una grande influenza sulla riuscita della squadra cinofila premiando il cane in modo motivante.

    Ancora una volta, il lavoro di squadra ha un ruolo importante. Toni Enzler dimostrava un buon intuito per i conduttori di cani, gli istruttori ed i figuranti, e li motivava. “Non ho tardato a ritirarmi dagli impieghi, perché gli altri 'hanno anche lavorato'.” Dovrebbero anche loro avere una possibilità di partire in intervento per poi tornare con delle esperienze. “Questo ci ha permesso di adeguare i nostri allenamenti agli interventi e di modificare, se necessario, il programma di allenamento.” Toni Enzler è fiero di aver contato otto squadre brevettate nella ricerca di persone sepolte all’epoca in cui il gruppo regionale dei Grigioni era relativamente ristretto. Sua moglie, Annemarie Enzler, ne faceva anche parte. La coppia aveva una passione condivisa: REDOG. Si ripartivano il lavoro a scuola. “Non avrei mai potuto essere così attivo e dare dei corsi all’estero, se mia moglie non si fosse occupata dei lavori di custode durante la mia assenza.”

    Trudi Zurbuchen

    È stata una delle prime conducenti di cane della SSCC. È stata una dei primi giudici, istruttrici e responsabili di un gruppo regionale. Ed è stata la prima capo squadra. Durante l’intervento nella Città del Messico nel 1985, uno dei più importanti per REDOG, Trudi Zurbuchen era a capo della squadra che includeva in particolare René Brechbühl. “È stata un capo intervento esemplare. Aveva delle buone capacità di conduzione e di osservazione. Metteva le mani in pasta. Era sempre disponibile ed una splendida collega”, si ricorda il suo collega bernese. “Trudi e Feline, la sua femmina di Pastore tedesco, erano una ‘squadra schock’, lei era il suo universo.”

    Linda Hornisberger, attualmente responsabile del settore della ricerca delle persone sepolte, e la sua collega, Irene Aebli si allenavano con Trudi Zurbuchen. “Abbiamo avuto i primi Border collies”, si ricorda Linda Hornisberger, “all’epoca, non era la classica razza di cane nella REDOG. Trudi ha trovato dei nuovi modi nell’addestramento di Misty, che imparava molto velocemente, o per Nusha, cane sensibile. Questi nuovi metodi si avvereranno innovatori per la tecnica di formazione nella REDOG.”

    Trudi Zurbuchen era molto all’avanguardia ai suoi tempi. Se da qualche parte si presentavano delle difficoltà, la biologa cercava delle soluzioni individuali con le conduttrici e i conduttori di cani. “Faceva quella che oggi si chiama l’istruzione cinofila moderna”, riassume Linda Hornisberger. Ed aggiunge: “Si, era una innovatrice per il futuro di REDOG e per me un modello.”

    Oggigiorno, numerosi tipi di cani brillanti sono in formazione ed è molto prezioso per il lavoro di ricerca nella REDOG.” Si distinguono per la presa di iniziativa cercando delle soluzioni in modo autonomo.” Come all’epoca Misty, che aveva deciso di rovesciare la cassa e sedersi al suo interno, invece che saltarci sopra per la prima volta.

    Trudi Zurbuchen ha vissuto con suo marito a Berna, in una casa in pieno centro, con un grande giardino e numerosi animali. È deceduta nella primavera del 2009.

    Paola Poli

    Nel 2013, a quasi 60 anni e dopo essersi impegnata nella REDOG per più di 30 anni, Paola Poli decide di intraprendere una nuova strada. Parallelamente alla ricerca di persone sepolte sotto le macerie, inizia la formazione in ricerca in superficie, la ricerca di persone scomparse nei terreni aperti, nelle superfici boschive e nelle campagne.

    Precedentemente non aveva mai avuto a che fare con la tecnica alpina. Ciononostante, dopo qualche mese, ottiene il brevetto con Joy, la sua femmina Bracco di Weimar. “La sua passione per il lavoro di soccorso e per il piccolo ma eccellente gruppo regionale Ticino è indescrivibile”, dichiara Christa Wirth-Eicher a proposito della sua istruttrice. “Non trascorre giorno senza che lei si dedichi alla programmazione degli allenamenti, alle squadre cinofile ed alle loro preoccupazioni.” La motivazione di Paola Poli? “Gli interventi ed i successi che ho vissuto, il fatto di ritrovare delle persone sepolte e l’incredibile cooperazione con i miei cani sono i motivi di questa passione che mi accompagna ancora oggi.”

    Paola Poli sente parlare per la prima volta di REDOG, chiamata all’epoca SSCC, nel 1979. Prende contatto con Ermanno Genasci, presidente del gruppo regionale ticinese che era appena stato creato. “Le discipline di sport cinofilo esclusivamente sportive non mi bastavano.” Con Wero, il suo Pastore tedesco, la Ticinese si allena da Edoardo Cavazzi, “un istruttore straordinario e competente”, che tiene i suoi corsi nella zona di Lugano, vicino a casa sua ad Agno. “All’epoca, viaggiavamo molto meno rispetto ad oggi per andare a fare gli allenamenti.”

    Ottiene il brevetto nel 1981. Un mese dopo, la regione dell’Irpinia, nel Sud Italia, è colpita da un terremoto devastante. A soli 26 anni, Paola Poli viene chiamata per l’intervento. “Il nostro presidente, Ermanno Genasci, era tempestivamente pronto ad organizzare la partenza per la regione colpita. Per ragioni geografiche e linguistiche, era evidente che noi, i Ticinesi, arrivammo sul posto per primi.” L’organizzazione risulta difficile. La logistica e l’equipaggiamento sono insufficienti o addirittura inesistenti. Inoltre, un denso strato di nebbia tra Lugano e Milano impedisce alle squadre di prendere l’aereo. Alla fine, le tre squadre prendono il treno.

    “Non avevo nemmeno con me la giacca impermeabile e in un battibaleno ero bagnata fradicia. Un soccorritore della squadra italiana mi aveva allora prestato una giacca” si ricorda Paola Poli. Ma lo stress, i problemi e le difficoltà sono stati ricompensati. Grazie al lavoro dei cani, la SSCC contribuisce alla liberazione dalle macerie di nove persone vive. “Abbiamo semplicemente cercato, e, non appena i cani segnalavano, messo una bandierina nel posto in questione per le squadre di salvataggio. Dopodiché continuavamo a cercare.”

    Quando un nuovo campo di allenamento viene creato a Genestrerio, Ermanno Genasci ne affida la conduzione a Paola Poli. La stessa è responsabile della formazione delle squadre cinofile di ricerca di persone sepolte in Ticino dal 1992. Un enorme bagaglio di esperienza. “Le squadre che si allenano con Paola possono approfittare a pieno delle sue preziose esperienze, perché le condivide volentieri e fornisce dei trucchetti alle conduttrici e conduttori cinofili desiderosi di imparare. La quantità di conoscenze che ha Paola è davvero impressionante”, ci dice Christa Wirth-Eicher.

    Uno degli interventi più difficili per Paola Poli si svolge nella sua regione d’origine. SI tratta in realtà di due impieghi. Il 5 novembre 2014, dopo una pioggia torrenziale, un intero lato di una montagna si stacca e ricopre una casa. Due squadre cinofile sono immediatamente sul posto, a Bombinasco, ma i soccorsi arrivano troppo tardi per la mamma e la sua bambina. “Questo fa purtroppo parte della nostra realtà: la maggior parte delle persone trovate sono già decedute, poco importa che siano sepolte o date per disperse”, ci spiega Paola Poli. “Ma la gratitudine delle famiglie, che ritrovano i loro cari più rapidamente possibile per dar loro un funerale dignitoso, è grande.”  Ed aggiunge pensierosa: “Non si dimentica mai queste immagini e questo momento ricco di emozioni ed è necessario del tempo per assimilare ciò che abbiamo vissuto.”

    La pioggia non cessa in Ticino, cosicché lo stesso mese si verificano altre frane. Una colata di fango seppellisce un edificio a Davesco-Soragno, diverse persone si trovano sotto i detriti. In questo intervento due cani si feriscono, uno di loro è Joy. “È stata operata ed ho avuto fortuna, perché il suo tendine ha rischiato di essere tagliato.”

    Joy è nel frattempo stata pensionata. Boom, a pelo corto, si è unito alla squadra da un anno e mezzo. Lo stesso percorso? Chi lo sa…

    René Brechbühl

    Il suo primo ingaggio è stato uno dei più importanti di REDOG: Città del Messico, nel 1985. 48 ore dopo la prima scossa sismica, le squadre cinofile erano già arrivate sul posto con la Catena svizzera di salvataggio. Il Bernese René Brechbühl e Visa, la sua femmina di Labrador, ne facevano parte: “Abbiamo salvato due persone dalle macerie di un ospedale, poi sempre più persone disperate si sono rivolte a noi per chiedere aiuto”, racconterà più tardi ad un giornale. Hanno continuato il loro lavoro di ricerca senza sosta per 35 ore.

    Nella Città del Messico, René Brechbühl è stato anche confrontato all’arrivo troppo tardivo dei soccorsi per quattro persone: “abbiamo comunicato per delle ore con le persone sepolte, chiedevamo loro di restare tranquilli, mentre i soccorritori scavavano e scavavano.” Il tono di voce dell’esperto conducente cane trema ancora oggi quando ne parla. Nella stessa stanza, circa tre o quattro metri dietro alle persone sepolte, c’era un incendio che non si è riusciti a spegnere.

    È questa determinazione che caratterizza le conduttrici ed i conduttori di cani REDOG, ed in modo particolare René Brechbühl. “Se uno di noi fosse sepolto”, dice Linda Hornisberger, responsabile del settore della ricerca delle persone sepolte, “René non smetterebbe di scavare.” Romaine Kuonen, presidente centrale per tanti anni, aggiunge: “René è una delle persone più affidabili. Metterei la mia vita tra le sue mani.”

    René Brechbühl ha partecipato a 30 ingaggi, sia in Svizzera che all’estero, per cercare delle persone sotto le macerie, ma anche delle persone scomparse in terreni accidentati. È sempre stato accompagnato da cani femmine Labrador. Visa è entrata nella famiglia Brechbühl nel 1979. Siccome René Brechbühl voleva abbinare il suo hobby con un’attività utile, il giovane padre di famiglia è entrato nella REDOG, chiamata all’epoca SSCC. Il binomio è stata una squadra operativa per nove anni. Nel 1994, René Brechbühl è stato brevettato con Jessy, pure nelle due discipline. Jessy è stata pensionata meritatamente nel 2003, ma il suo conduttore non ci ha pensato un secondo. Con il suo prossimo cane, Gini, René Brechbühl lavora nell’ambito della ricerca in caso di catastrofe. È restato istruttore nel gruppo regionale Berna e durante la settimana di allenamento all’estero. Attualmente, sta formando il suo cane Cassie, di 10 mesi, nella ricerca di persone e di oggetti.

    “Il fatto di aiutare delle persone in difficoltà da molta soddisfazione. Vedere che tutte le persone coinvolte lavorano nella stessa direzione ed hanno un obiettivo comune fa piacere.” Ecco la sua motivazione. Ed il suo stimolo. “Ho potuto acquisire molta esperienza negli impieghi in Svizzera e all’estero. Soprattutto ho imparato che, per arrivare al successo, tutti devono lavorare nella stessa direzione.” E, queste esperienze, vuole condividerle con i giovani conducenti di cani. Anche se si è ritirato dalle sue molteplici funzioni: conduzione del gruppo regionale Berna, capo impiego, capo squadra, capo della ricerca tecnica, membro della commissione tecnica, sostituto del capo impiego Svizzero ed esperto. “Non perderò per niente al mondo l’incredibile spirito di cameratismo.”

    Rolf Häusermann

    Egli ha fatto della sua passione la sua professione. Per 20 anni ha addestrato cani da salvataggio nell’esercito. In qualità di istruttore specializzato, ha seguito le future squadre di cani da soccorso nei loro primi passi. “Tutte queste scuole reclute insieme a giovani persone motivate sono state impegnative e gratificanti” si ricorda. “Con le sue competenze specifiche e la sua amichevolezza naturale, Rolf era sempre disponibile, infinitamente paziente, soprattutto nei confronti dei cani, e, da buon commilitone, gioiva dei progressi delle squadre cinofile”, racconta Florian Sutter, uno sei suoi allievi, oggigiorno capo squadra nella REDOG, ricordandosi del suo anziano istruttore specializzato nell’esercito. “Anche dopo tanti anni, irradia sempre tanta gioia quando lavora con il suo cane sulle macerie. Se non si vede la felicità sul suo viso, la si sente da molto lontano. La passione che Rolf ha sviluppato per il lavoro di soccorso nel suo mestiere e nella sua vita privata è ammirevole e un’importante fonte di ispirazione.”

    Rolf Häusermann è passato dall’esercito per entrare nella REDOG. Ha addestrato il suo cane di servizio, un Setter irlandese chiamato Emir vom Talholz, come cane da soccorso ed è entrato nel gruppo regionale Svizzera orientale. È stato operativo nella ricerca di persone sepolte in modo continuativo dal 1984 al 2019, con un soltanto un anno di interruzione. I suoi impieghi l’hanno portato in Messico, tre volte in Turchia, a Taiwan, nello Yemen ed a Kobe in Giappone. Era conducente cane e capo squadra. L’impiego più difficile? “I bambini che i nostri cani hanno localizzato, ma che non hanno potuto essere salvati, mi hanno maggiormente turbato.” Ci dice Rolf Häusermann. Semplicemente perché non c’erano a disposizione delle truppe di impiego con un dispositivo massiccio. “Comunque, ogni ingaggio era a suo modo difficile.”

    Rolf Häusermann era anche operativo nella ricerca di persone scomparse, chiamata allora ricerca di superficie.  Ha avuto il ruolo di capo della ricerca di superficie per dieci anni. La Svizzero orientale si è trasferito a Berna per motivi professionali. È stato responsabile dell’istruzione delle squadre cinofile del gruppo regionale Berna ed è tutt’ora attivo come esperto.

    I cani da soccorso sono la sua vita. “E finché potrò, continuerò il lavoro di soccorso.” La sua motivazione è lo spirito di squadra ed il fatto di impegnarsi con l’obiettivo di aiutare delle persone in difficoltà. Quando era necessario, si poteva fare affidamento su ciascuno al 100 percento. Lasciavamo semplicemente da parte il nostro proprio stato d’animo.”

    Non è sorprendente che egli cerchi immediatamente una nuova sfida da affrontare nel 2020, dopo essere andato in pensione ed essersi trasferito in Germania. Con Kito vom Seedinersee, uno Schnauzer gigante, è attivo in un gruppo di vigili del fuoco. Egli rappresenta REDOG in seno all’IRO, l’Organizzazione internazionale dei cani da soccorso, e sarà ancora presente come Lead Trainer e esperto sui campi di allenamento. “REDOG resterà sempre una parte della mia vita. REDOG rappresentava per me una famiglia, nei momenti belli e nei momenti brutti.”

    Bruno Maurer

    È ancora oggi impegnato a livello nazionale e lo si incontra regolarmente sulla piazza di allenamento a Epeisses, accompagnato da Thorin, il suo Retriver canadese: è Bruno Maurer. Ha raggiunto il gruppo dei collaboratori Svizzera centrale della SSCC nel 1982. Robert Meier, suo collega e, come lui, conduttore di cane nella Polizia lucernese, l’ha invitato ad un allenamento di prova. “Abbiamo frequentato insieme il corso per cani da valanga del CAS ed era convinto che Ingo, il mio Pastore tedesco, avrebbe potuto essere dotato come cane di ricerca in macerie.” È così che Bruno Maurer è entrato nella SSCC ed è attualmente ancora membro di REDOG.

    È partito in intervento per la prima volta in Turchia, già nel 1983, prima di essere capo intervento in Armenia nel 1988. “Questo impiego in qualità di capo intervento e quello come conduttore di cane in Messico, uno degli interventi più grandi e complessi, sono stati i momenti più importanti per REDOG.” Il suo ultimo impiego, in seguito al terremoto e allo tsunami in Giappone nel 2011, è stato per lui il più difficile: gravemente ammalato, ha dovuto essere trasportato in urgenza in Svizzera con la Rega. Grazie al buon cameratismo in seno alla catena di salvataggio, della REDOG e nel suo entourage, è riuscito a elaborare bene questa esperienza.

    Presidente della Commissione tecnica per undici anni, Bruno Maurer ha avuto influenza su REDOG, in particolare organizzando la prima settimana internazionale di allenamento a Ginevra. L’istruzione dei giovani conduttori e conduttrici di cani lo stimola tuttora. Si impegna in qualità di monitore nel suo gruppo regionale Svizzera centrale e come esperto dei test d’intervento.

    Toni Frisch

    Quando Toni Frisch parla delle conduttrici e dei conduttori di cani, parla di loro con molto apprezzamento. Nel suo ruolo di capo della Catena svizzera di salvataggio, è lui che allertava REDOG. Egli è partito in intervento con le squadre cinofile a seguito dei terremoti. In America del Sud, assisteva il cofondatore di REDOG, Urs Ochsenbein, nell’istruzione delle squadre cinofile locali, da lui invitato. Toni Frisch è praticamente un partner di REDOG, da quando esiste la Catena svizzera di salvataggio, da 40 anni. Ed è anche sostenitore di REDOG.

    Il primo intervento in comune si è svolto in Messico nel 1985. “All’inizio degli anni 80, si rideva di me quando dicevo che, durante un intervento della catena di salvataggio in America latina, ci sarebbero state altrettante possibilità di salvezza e, di conseguenza, di salvataggio, che in Turchia”, si ricorda Toni Frisch sorridendo. Gli veniva detto che l’attraversata dell’Atlantico sarebbe durata troppo a lungo.

    Poi la terra tremò in Città del Messico e la catena di salvataggio ha inviato una squadra. Toni Frisch avrà avuto ragione. “Abbiamo salvato nove persone, è stato un incredibile successo e una svolta.” Per la catena di salvataggio e per REDOG. “Le squadre cinofile hanno assicurato un lavoro straordinario, ma”, e Toni Frisch lo sottolinea sempre con veemenza, “il lavoro di ciascuno è indispensabile…” egli elenca: “… “dai capi squadra agli specialisti in tutti i settori, passando dagli operatori radio, coloro i quali organizzano l’alloggio, eccetera. Non ho mai voluto sapere quale squadra cinofila ha localizzato qualcuno o quale squadra di salvataggio ha salvato una persona. È la nostra squadra ed il nostro successo che portano al successo del gruppo.”  Toni Frisch non si stanca di sottolineare l’importanza di liberare le persone decedute. “Non è un insuccesso…. ma una triste conferma. Una speranza che non si realizza, ma, ciononostante, una certezza per i famigliari e le autorità.”

    Grazie alle sue conoscenze linguistiche, Toni Frisch ha assunto per questo il coordinamento in Messico ed ha organizzato una condivisione, il mattino e la sera, fra tutte le squadre di salvataggio presenti. L’occasione di incontrarsi e, ogni tanto, di poter ridere un po'. Era l’inizio di un coordinamento e di una standardizzazione internazionali, che ha fatto nascere in Messico, che gli sono state a cuore nel corso di tutta la sua attiva vita professionale. E che sono importanti per lui ancora oggigiorno.

    Quando Toni Frisch è entrato nel corpo di aiuto umanitario, ha chiesto al Servizio sismologico di Zurigo di allertare immediatamente il Corpo Svizzero di Aiuto Umanitario in caso di un terremoto di magnitudo 5,5 o maggiore. Una nuova mansione. Ciò che oggi sembra ovvio si è sviluppato per tappe alla fine degli anni 70 ed all’inizio degli anni 80 del secolo scorso, fino alla fondazione della Catena svizzera di salvataggio nel 1981. Dopo il terremoto in Armenia nel 1988, Toni Frisch ha sviluppato l’idea di un’unione delle organizzazioni di soccorso di tutto il mondo. Questa idea è nata per caso, durante una colazione con i suoi colleghi tedeschi e austriaci. L’INSARAG è stato fondato soltanto due anni dopo. L’INSARAG, Gruppo Internazionale Specializzato nella Ricerca e Salvataggio, è un’organizzazione delle Nazioni Unite che determina gli standard ed il coordinamento della collaborazione internazionale dell’ambito “ricerca e salvataggio” ovvero le squadre di ricerca e di salvataggio impiegate a seguito delle catastrofi. “Se si soddisfacevano gli standard, si poteva essere chiamati nella zona di crisi. Se non li si soddisfacevano era preferibile restare a casa. Era certamente il più importante progetto di coordinamento internazionale dell’aiuto immediato e del soccorso”, rileva oggi Toni Frisch. Ha assunto il ruolo di “Presidente Globale” per i primi 24 anni.

    Toni Frisch è un umanitario e soccorritore nel corpo e nello spirito. “Sono sempre stato convinto della necessità di un soccorso immediato e professionale; la catena di salvataggio ne fa parte.” Questo, per lui, non significava peraltro di buttarsi in occasione di qualsiasi catastrofe. “La decisione di Intervento: sì o no faceva parte per me dei compiti più impegnativi ed interessanti in questa attività. E non tutti erano sempre dello stesso parere.” Toni Frisch ha dovuto affrontare delle critiche enormi quando ha deciso, dopo il terremoto ad Haïti nel 2011, di non mandare la catena di soccorso. “Delle squadre di soccorso provenienti da tutto il mondo si calpestano i piedi, mentre quasi nessuno si prenderebbe cura dei feriti.”, pronosticava. Ha quindi mandato un team medico qualificato che ha salvato numerose vite umane. E avrà avuto ancora una volta ragione.

    Secondo Toni Frisch, REDOG è una componente chiave della catena di salvataggio. Un modello di allarme tempestivo, di lavoro preciso, affidabile e professionale. “REDOG ha contribuito notevolmente alla buona reputazione dell’aiuto immediato svizzero. Le richieste di istruzione e di perfezionamento da parte di unità di ricerca e soccorso all’estero non sono un caso. Diversi paesi dispongono oggi delle proprie squadre cinofile molto ben qualificate.” Questa circostanza ed il fatto che il numero di terremoti è diminuito dal 1990 fa sì che i gruppi REDOG sono meno ingaggiati all’estero. “Ma, quando è necessario l’intervento di REDOG, bisogna agire rapidamente e le squadre devono avere il più elevato livello di allenamento”. Essere pronti è fondamentale, anche se è meno spettacolare rispetto ad un impiego. “Colui il quale si impegna per gli altri, senza aspettarsi dei ringraziamenti né voler essere un salvatore del mondo, avrà molto da guadagnare per sé stesso.” Ecco il messaggio che Toni Frisch desidera trasmettere agli attuali volontari di REDOG.

    Egli esprime inoltre a REDOG la sua profonda gratitudine e ringrazia i suoi membri a titolo personale ed a nome delle numerose persone sconosciute coinvolte.

     

    Linda Hornisberger

    Linda Hornisberger

    Capo della formazione, membro del comitato centrale, nel comitato del gruppo regionale, capo squadra e intervento, da REDOG non c’è nessuna funzione che Linda Hornisberg non abbia esercitato. Nella quale non si sia impegnata con la massima passione, già da oltre 40 anni. Ma prima di tutto c'è il suo amore per i cani, il suo dono di leggerli, di condurli, di addestrarli, di educarli. E di motivare le persone a fianco dei cani.

    "In tutti questi anni - e sono ormai 25 - ho visto Linda intervenire innumerevoli volte, anche in situazioni di test di intervento, quando qualcosa va storto, in modo che il team non subisca danni di formazione o di altro tipo", dice Tatiana Lentze, collega di lunga data nel gruppo regionale REDOG dell'Oberland Bernese, e aggiunge, facendo l'occhiolino: «Bisogna conoscerla per poter accettare un aiuto a volte non proprio convenzionale.»

    «Non era sempre facile capire ciò che Linda aveva in testa e come voleva che io/noi lavorassimo per interpretare al meglio le sue vedute.  Era comunque per me una difficoltà sfidante e spronante», dice Paola Poli. «Lei era lì per guidare con mano ferma, osservare, consigliare, anche redarguire, ma poi spronare e condividere. Una spalla sicura. Abbiamo anche avuto i nostri momenti di tensione. …», si ricorda Paola Poli a una notte trascorsa insieme, condividendo un metro quadro su una montagna di legno, in occasione del test d’intervento a Epeisses nell'autunno del 2022: «È stato uno scambio di opinioni piuttosto acceso e “frizzante”, ... che alla fine si sarebbe concluso a favore di Linda. «Per fortuna!» Poiché in seguito, si sarebbe scoperto che Linda Hornisberger aveva ragione.

    Per celebrare la sua partenza dal comitato centrale e la sua nomina a membro onorario all'Assemblea dei delegati REDOG 2023, abbiamo chiesto alle compagne e ai compagni di percorso di scrivere alcune parole sul tempo trascorso insieme a Linda. Il risultato è stato un giro di ricordi che non assomigliava affatto al solito discorso di addio. Citiamo dai numerosi discorsi di addio.

    Irène Aebli ricorda ancora bene come Linda Hornisberger l'abbia praticamente trascinata con sé alla "Giornata della porta aperta" del gruppo regionale di Berna nel 1986, dopo il terremoto in Messico. «A quel tempo era già chiaro a Linda che voleva unirsi alla SVKA, come si chiamava REDOG, con Misty, la cagnetta intelligente che offriva sempre intermezzi umoristici e creativi. Io, però, ero ben lontana da questo!» Ebbene, non solo Linda è diventata membro, ma anche Irène Aebli. Erano presenti fianco a fianco anche quando il gruppo regionale di Berna si è diviso e si è formato un gruppo dell'Oberland nel 1995.

    Linda Hornisberger e Irène Aebli si sono allenate con la pioniera di REDOG Trudi Zurbuchen (ritratto anche in questa pagina). "Avevamo i primi Border Collie", si ricorda Linda Hornisberger, "allora non il tipo di cane comune presso REDOG. Trudi trovò dei modi per addestrare Misty, che imparava molto velocemente, o Nusha, la sensibile e diligente di Irène, che sarebbero diventati delle tecniche di addestramento pionieristiche per la REDOG". Misty, Jess, Dibi, Sky e oggi Tilly e Nash: non è un caso che tutti i cani di Linda siano Border Collie. «Ho avuto e ho cani brillanti, grazie ai quali ho potuto in effetti avere successo nella ricerca delle persone.» Oggi con Nash è attiva nella ricerca dei cadaveri, che ha contribuito a creare, e con Tilly nella ricerca dei dispersi nelle macerie.

    Linda Hornisberger è stata sempre alla ricerca, non solo di persone che dovevano essere salvate. Cercava... e trovava soluzioni, sia che si trattasse di un'esercitazione di intervento con i militari in cui era necessaria l'improvvisazione, sia che si trattasse dell'addestramento delle squadre, quando chiamava le sue colleghe di notte e diceva "senti, ho ripensato all'addestramento e  ...» «ci ho ripensato …». O presso il suo «campo giochi preferito» a Ostermundigen, il Centro Nazionale di Addestramento di REDOG. Insieme a Barbara Spycher, la scopritrice del territorio. I primi lavori di pianificazione e costruzione hanno dovuto essere eseguiti entro un paio di mesi, il che ha significato che da dicembre 2013 a marzo 2014 le due hanno trascorso molto tempo al CNA. L'equipaggio comprendeva anche Regina Wenk, Hansruedi Gessler, Erich Grossniklaus, le ditte Ringgenberg e Held. «Con Peter Held passavamo le serate a pianificare dove alloggiare le nostre comparse, a volte anche il nostro tavolo da pranzo doveva fare la sua parte per verificare le dimensioni del "buco"", ricorda Barbara Spycher.

    Presso REDOG sono nate delle amicizie, che oggi sono la sua famiglia. Marina Tulinski e Linda sono un binomio che ha forgiato REDOG. Anche se all’inizio la simpatia lasciava a desiderare. «Il più delle volte la trovavo, diciamo, impossibile.» Un intervento congiunto di ricerca di dispersi in Grecia avrebbe invertito la tendenza. «Già all'aeroporto ho notato che abbiamo più o meno lo stesso strano senso dell'umorismo», dice Marina Tulinski. «In quel momento ho iniziato a capire con quanta responsabilità svolge i suoi compiti nei confronti di REDOG, dei cani e delle persone. Posso contare su di lei quando c'è un incendio o quando crolla il mondo. Sono sicura, lei sarà puntuale.»

    Elias Kalt

    Operativo ininterrottamente per 33 anni. Il suo ultimo impiego è stato nel 2017, a Bondo, per la ricerca di un gruppo di escursionisti dispersi in seguito ad una frana devastante. Sospeso in aria, con Hyra, un Labrador retriver, si è fatto trasportare in elicottero sul fondovalle. Pure i suoi due primi impieghi si erano svolti nelle valli Svizzere, ossia a Sufers e a Vilters.

    “Ogni impiego è speciale ed ha il suo specifico modo di imprimersi nella memoria” constata Elias Kalt retrospettivamente. Comunque, il ricordo migliore è certamente l’impiego in Turchia, a Izmit, nel 1999. Arrivando nella zona devastata, le squadre REDOG sono state informate che parecchie centinaia di persone erano date per disperse. Una famiglia numerosa si era riunita in un edificio di 7 piani per dire addio alla zia che era deceduta. Ciò che poi è accaduto, Elias Kalt non lo dimenticherà mai. “Vedo ancora adesso i loro occhi sotto le macerie, questi occhi a forma di ciliege.” I soccorritori sono riusciti a liberare dalle macerie dello stabilimento due bambini di cinque e sette anni.

    Sono queste esperienze che giustificano l’impegno a favore di un’organizzazione di volontariato. Ma non soltanto. Per Elias Kalt è sempre stato importante essere sul posto rapidamente, in modo flessibile e con una buona formazione. “Quando ho superato il test di intervento nel 1987, allora con Tobi, Toni Enzler, mio istruttore e mentore, mi disse: l’operatività è vincolata a degli obblighi.” Il Grigionese ha applicato questo slogan alla lettera: dal comitato del gruppo regionale dei Grigioni è diventato capo intervento e dell’istruzione dei cani da ricerca di persone sepolte.

    È stato responsabile ed ha organizzato i test d’intervento per i cani di ricerca di persone sepolte nel campo di addestramento dell’esercito a Epeisses per 18 anni. Elias Kalt ha revisionato il brevetto a più riprese, ha introdotto i test attitudinali e sviluppato un programma informatico estremamente professionale che permette, tra le altre cose, di calcolare la valutazione globale e le note.

    Soltanto nel mese di novembre 2020 si è ritirato come membro attivo. “Se avessi 20 anni in meno, ritornerei nella REDOG senza esitazioni.”

    Margrit Zumkeller

    Quando ha assunto l’incarico come cassiera centrale della REDOG nel 1990 probabilmente non aveva nessuna idea di tutto ciò che l’aspettava. L’allora presidente centrale, Stefan Grunder, ha avuto un buon intuito chiedendo a Margrit Zumkeller di entrare nel comitato centrale. Bisognava affrontare delle nuove sfide: internet aveva fatto la sua comparsa, gli statuti del 1989 dovevano essere attualizzati, il 25esimo anniversario doveva essere amministrato contabilmente. Il numero dei corsi e degli avvenimenti erano in crescita. La prima sorpresa la aspettava lo stesso giorno della sua elezione: il suo predecessore aveva fissato un budget con uscite superiori a 100'000 franchi a fronte di attivi, entrate incluse, di 80'000 franchi. Il fatto di essere l’unica donna nel comitato centrale richiede la capacità di imporsi.

    La mole di lavoro è ulteriormente aumentata quando Romaine Kuonen ha promosso il marketing. E quando REDOG ha deciso l’adozione di una divisa, qualcuno doveva occuparsi anche di questo ambito. Margrit Zumkeller si occupa a tutt’oggi della gestione delle divise.

    Margrit Zumkeller per 20 anni ha curato le finanze di REDOG e si è occupata dei membri della società. “se avevamo una domanda, Margrit aveva sempre la risposta”, ci dice Josef Furrer, presidente per numerosi anni del gruppo regionale Zurigo, cantone d’origine di Margrit Zumkeller, dove è pure stata attiva nella ricerca di persone scomparse e operativa con la femmina Collie Fahara e con il maschio Golden retriver Onyx.

    Qualche giorno dopo l’ottenimento del brevetto, è partita per il suo primo impiego durato due giorni. “non ho mai avuto così tanto freddo come durante le due notti trascorse in palestra dove regnava un freddo glaciale. Non sapevo come si svolgeva una ricerca in un vero intervento.” Margrit Zumkeller è anche rimasta attiva dell’ambito sportivo: ha vinto delle medaglie importanti con Fahra e Onyx. Oltre alle finanze di REDOG, è stata responsabile della ricerca di superficie nel suo gruppo regionale per 8 anni. Oggigiorno è accompagnata da Quira, anche lei un Golden retriver, ma gli impieghi fanno ormai parte del passato.

    Kilian Schnyder

    “Creare qualcosa, è presto fatto. Fare qualcosa che dura nel tempo, con un effettivo di persone che possano partire in intervento in emergenza, è un compito più faticoso.” Kilian Schnyder sa di cosa sta parlando. Durante due anni, ha elaborato dei progetti con un collega per creare un gruppo regionale nell’Alto Vallese. Perché, durante gli anni 1980, non era possibile formare un cane da catastrofe in Vallese. “Il mio collega era membro del gruppo regionale di Soletta, non osiamo nemmeno immaginare quanti chilometri doveva percorrere per recarsi agli allenamenti”, ci racconta Kilian Schnyder. A quel momento è nata la sezione vallesana, colmando una lacuna nel sud della Svizzera, quale ultimo gruppo regionale, nel 1988.

    Soltanto due anni dopo, due gruppi di conduttrici e conduttori di cani erano pronti a partire alla ricerca di persone scomparse o sepolte. Farsi pubblicità per trovare dei membri non è stato necessario. “La maggior parte di loro erano già attivi nella ricerca in valanga; avevano la conoscenza della ricerca con i cani.” Si ricorda Kilian Schnyder, lui stesso conducente di cane da valanga e membro attivo del Soccorso alpino. In qualità di agente di polizia, era responsabile dell’addestramento e dell’impiego dei cani.

    Nel suo ruolo di presidente di un gruppo regionale, Kilian Schnyder era membro del comitato centrale, che allora annoverava quasi 20 membri. Le sue doti di mediatore, comprovate nelle vecchie discussioni polemiche dei Vodesi e Ginevrini, hanno lasciato il segno a tal punto che è stato proposto come presidente centrale già nel 1991, elezione ottenuta senza indugio. Il suo primo obiettivo: ridurre il numero dei membri del comitato centrale. “Non è molto proficuo essere a capo di un gruppo di 20 persone ed è impossibile arrivare a cambiare o migliorare qualsiasi cosa”, ci spiega l’Alto Vallesano.

    Lavorare in modo più efficace, curare le collaborazioni, dare un impulso di modernità a REDOG. I suoi sforzi hanno portato cose positive. Kilian Schnyder era un presidente centrale che accordava molta importanza alla coesione. Egli ha incrementato la collaborazione con le organizzazioni patners in Svizzera, innanzitutto con la Catena di salvataggio. “Grazie a Charles Raederdorf, capo della Catena di salvataggio all’epoca, abbiamo ottenuto un aiuto finanziario dalla Confederazione, per migliorare la nostra formazione e modernizzare il nostro equipaggiamento.” Nel corso della sua presidenza ha fatto la comparsa la ricerca tecnica con gli apparecchi acustici di localizzazione.

    I numerosi impieghi all’estero negli anni 1980 e 1990 hanno avuto un ampio eco a livello mondiale. Dei gruppi regionali REDOG sono stati creati nel 1995/1996 in California (1987), in Giappone, in Colombia ed in Australia. Il loro desiderio: preparare delle squadre cinofile ingaggiate in analogia con quelle della REDOG. Dei membri di REDOG sono quindi andati all’estero come istruttori. Degli impegni di formazione su mandato della DDC si sono aggiunti in seguito. “Senza voler essere presuntuosi: REDOG era conosciuta nel mondo intero per quanto riguarda i cani da ricerca in caso di catastrofe” sottolinea non senza orgoglio Kilian Schnyder. Dopo l’impiego a Kobe, è nata una stretta collaborazione con il governo giapponese e le organizzazioni cinofile, che si protrae ancora oggigiorno e nel 2019 è stato messo per iscritto un accordo di cooperazione.

    Era evidente che anche la denominazione doveva anche diventare più internazionale. “Il significato dell’abbreviazione SSCC era senza dubbio conosciuto, ma la denominazione era lunga e difficile da ricordare.” Così, Kilian Schnyder ha cominciato a parlare con l’allora responsabile delle relazioni pubbliche della Rega durante numerosi incontri. “Giunsero giustamente ad abbreviare la denominazione.” E così è nata REscue DOGs.

    Laurence Fontana

    Laurence Fontana è stata uno delle prime leader del team REDOG. Ed è stata una delle prime donne ad addestrare squadre di cani all'estero.

    In Marocco, per esempio. Sorride ancora oggi quando racconta gli sguardi stupiti dei marocchini quando il cosiddetto Laurence si rivelò essere una donna. Come donna", sottolinea nella conversazione, "non ha mai avuto problemi alla REDOG, nell'intervento o anche nella formazione all'estero.

    Stephan Stadler

    All’epoca era una rivoluzione tecnologica: il primo apparecchio di localizzazione tecnica sui campi di allenamento REDOG. Localizzare delle persone sepolte sotto le macerie senza l’olfatto del cane. Era possibile? E questa tecnologia avrebbe un giorno sostituito in futuro il fiuto del cane? “La resistenza delle conduttrici e dei conduttori di cani all’inizio della nostra formazione era abbastanza importante”, ci racconta Stephan Stadler. Nel 1993, il Friburghese che si allenava nella ricerca di persone sepolte è stato esortato a introdurre l’impiego di apparecchi tecnici di localizzazione, in collaborazione con il suo collega Kurt Jenni.

    Grazie a numerosi anni di lavoro, il gruppo è riuscito ad ottenere l’accettazione da parte delle conduttrici e dei conduttori di cani. Questo anche grazie al sostegno del presidente della Commissione tecnica di allora, Bruno Maurer, e del responsabile del gruppo regionale Berna, René Brechbühl. Stephan Stadler ha reclutato delle conduttrici e dei conduttori di cani come specialisti della localizzazione tecnica ed ha organizzato delle esercitazioni in comune. “Consapevolmente, perché questo ci ha permesso di diminuire i pregiudizi a livello nazionale. In effetti, le conduttrici ed i conduttori di cani condividevano le loro esperienze nei loro gruppi regionali. Inoltre, i conduttori cinofili sapevano esattamente come lavorare con i cani e impiegavano la localizzazione tecnica in modo mirato.”

    Come all’inizio dell’addestramento delle squadre cinofile, la realizzazione della localizzazione tecnica consisteva nell’imparare attraverso la pratica. “Avevamo a disposizione le istruzioni per l’uso del costruttore dell’apparecchio, tutto qui”, si ricorda Stephan Stadler. Abbiamo eseguito delle numerose prove, studiato i documenti del soccorso tecnico Tedesco, imparato la scienza dei materiali. Il cemento, i ferri d’armatura, il metallo trasmettono i rumori; la terra, l’argilla e la sabbia non li trasmettono. “Con il tempo, sapevamo dove mettere i sensori per ottenere una miglior conducibilità.” Avere un buon udito per differenziare i rumori è una condizione indispensabile. È qualcuno che picchietta sotto alle macerie oppure soltanto un utensile sotto le macerie? “Comunque, l’alfa e l’omega sono gli stessi nella ricerca in macerie o in valanga, è la conoscenza della ricerca ampia e dettagliata.” Stephan Stadler aggiunge: “Lavorando, si impara.”

    Gli specialisti non solo conoscono a memoria il loro apparecchio. Le loro proposte di miglioramento hanno contribuito allo sviluppo di strumenti più efficienti ed alla diminuzione del peso. “Il primo apparecchio, con tutti gli accessori, pesava 50 chilogrammi. Il responsabile del magazzino del Corpo di aiuto in caso di catastrofe ha costruito una speciale struttura a rotelle col quale potevamo trasportare le casse”, si ricorda Stephan Stadler.

    Una prima squadra di localizzazione tecnica è partita in impiego nel 1995: a Aegion, Grecia, a seguito di un violento terremoto. Delle macerie complesse “a sandwich”, delle conduttrici e conduttori cinofili che portavano i loro cani sulle scale dei pompieri per raggiungere i piani superiori, delle temperature fino a 40 gradi. “Abbiamo a più riprese avuto il contatto con una persona sepolta, sentito dei picchiettii, sentito grattare e anche delle voci.” Stephan Stadler esita. Poi prosegue. “Purtroppo, dopo un po' non abbiamo più sentito niente.” Più tardi verranno a sapere che proprio lì c’era un giovane uomo; è morto di sete.

    Stephan Stadler si ricorda di tutti i suoi impieghi. Due volte in Turchia, nello stesso anno. Ogni dettaglio. La statica delle macerie. Le temperature oscillanti da 40 a meno 20 gradi. Le ore trascorse fino alla liberazione o al salvataggio. Le discussioni con i parenti, gli scatti di rabbia dei padri che cercavano disperatamente la loro famiglia. La pressione psicologica nella propria squadra. “In intervento, bisogna innanzitutto agire. Ciò che alleniamo tutto l’anno viene applicato alla realtà. Non bisogna in nessun caso cominciare a riflettere. Concentrazione al 200 percento. Adrenalina pura.” Non è così raro di trascorrere due, tre giorni praticamente senza dormire. Le emozioni possono emergere quando si torna a casa. Delle immagini che il giurista ha sognato per anni. “Diversamente da quello che a volte si sente dire: non ci si abitua mai. Gli interventi non diventano mai una routine.”

    Il ragazzo di dieci anni che è stato salvato in Grecia, dopo 13 ore, si chiamava Andrea. Stephan Stadler unisce le mani.

    Hanspeter Burkart

    Come per tanti altri, tutto è iniziato in un corso di educazione cinofila. Hanspeter Burkart lo frequentava con il suo primo compagno a quattro zampe: un incrocio Bergamasco che aveva adottato in un canile. “Ero affascinato dalla velocità di apprendimento del cane e da quanto amava lavorare”, si ricorda lo Zurighese, per non parlare della sua propria gioia. Infatti avrà un unico hobby per tutta la vita: il lavoro di soccorso con i cani. Siccome lavora nel servizio sanitario, si impegnerà per la formazione sanitaria di base per i membri REDOG. Sarà il primo conducente di cane parimenti operativo nella localizzazione tecnica, poiché la tecnica lo ha sempre affascinato. Per dieci anni ha istruito delle squadre cinofile in India su mandato della DDC, perché conosce l’India, paese che ama, per motivi professionali. È stato eletto per tre volte presidente del gruppo regionale Zurigo. Ma andiamo in ordine.

    Dopo aver seguito i corsi della SCS, la Società Cinologica Svizzera, Hanspeter Burkart scopre la ricerca in valanga, perché desidera trovare una possibilità per usare le qualità di Ronny. “Tuttavia, abitando in pianura, un allenamento costante e una disponibilità non andava di pari passo con la famiglia ed il lavoro.” Uno dei motivi per il quale, alla fine degli anni 60, un gruppo di conduttori di cani si costituisce vicino al pioniere Urs Ochsenbein. Questo gruppo ha l’obiettivo di utilizzare le capacità dei cani anche nelle macerie. Hanspeter Burkart contatta Urs Ochsenbein. “Mica una persona facile. Poco propenso alla discussione, quando non era d’accordo su qualcosa. Comunque, dopo l’allenamento di prova, ha risposto alla mia domanda, ossia se ci sarei arrivato con il mio cane, dicendo: sì.”

    Hanspeter Burkart è stato operativo con Ronny e Chip, il suo primo Schnauzer gigante dei tre che ha posseduto. Il suo primo impiego fu in Grecia, nel 1995. Fu anche il primo impiego della localizzazione tecnica. Hanspeter Burkart e Ronny facevano parte della squadra dispiegata nei pressi si uno stabile mezzo crollato. I cani hanno fatto delle segnalazioni. “abbiamo sentito lamentarsi un bambino quando abbiamo rimosso solamente il primo strato. È qualcosa che da dei brividi” si ricorda Hanspeter Burkart. “Dopo aver bucato il soffitto, la localizzazione tecnica ha impiegato i suoi apparecchi ed ha potuto stabilire la comunicazione con il ragazzo. Quest’ultimo è stato salvato dopo parecchie ore. Hanspeter Burkart era felicissimo: “aveva -soltanto- una gamba rotta.”

    La localizzazione tecnica ha acquisito importanza, si è reso necessario scrivere dei manuali e dei regolamenti. Hanspeter Burkart si è impegnato anche in questo ambito. Oltre a ciò, ha creato il primo sito REDOG con una panoramica su tutti i gruppi regionali.

    Hanspeter Burkart è stato capo squadra, capo intervento, capo della localizzazione tecnica, presidente del gruppo regionale, istruttore, formatore in Svizzera e all’estero. Si è ritirato dalle sue funzioni per motivi di età. Oggigiorno non parte più in intervento, ma permane attivo. Partecipa a quasi tutte le settimane di allenamento con il suo Schnauzer Amigo. È esperto, promuove la formazione della localizzazione tecnica e porta avanti il gruppo specializzato Médic per la ricerca di persone sepolte, una squadra di professionisti che può partire in intervento in caso di emergenza.

    Romaine Kuonen

    “REDOG per tutti noi è molto più di un’attività. REDOG ci sta a cuore.” Quando Romaine Kuonen parla del suo impegno, descrive la motivazione di molti membri REDOG per i loro grandi sforzi nella formazione e la loro disponibilità al servizio di un’organizzazione di salvataggio.

    Romaine Kuonen è stata la prima presidente centrale di REDOG ed ha gettato delle basi importanti per renderla visibile. La centrale d’allarme e l’ufficio REDOG sono stati creati ad esempio durante la sua presidenza. Inoltre, delle nuove strutture sono state realizzate per le squadre di impiego immediato all’estero come anche per dei progetti di formazione all’estero. Tutto questo comunque con uno spirito di ritorno alle origini, verso gli esordi di REDOG, che all’epoca si chiamava SSCC. Il rinnovamento delle strutture di impiego nella ricerca delle persone scomparse propone oggigiorno un’offerta di aiuto immediato in Svizzera, a complemento delle azioni delle autorità. Così, l’inclusione dei droni nella ricerca mostra che la riflessione globale ed in rete riguardante i mezzi di impiego rafforza l’offerta di REDOG in modo mirato.

    Comunque, e la Vallesana lo sottolinea regolarmente: “REDOG è nata dall’azione pionieristica della SSCC.  Come presidente centrale se ho potuto, con i miei colleghi del comitato centrale e della commissione tecnica, continuare lo sviluppo durante undici anni, di cui otto come presidente centrale, è grazie al sostegno di molti pionieri e pioniere che hanno gettato le fondamenta alla nostra società.”

    Romaine Kuonen ha anche creato la base finanziaria necessaria agli importanti sviluppi. Ha infatti rinnovato il sistema nella politica, stabilendo contatti con la Confederazione, con i cantoni e con le organizzazioni partner a livello nazionale ed internazionale. Oggigiorno, le convenzioni con i cantoni sulle prestazioni garantiscono agli stati maggiori cantonali di emergenza una operatività permanente delle squadre REDOG. Inoltre, forniscono a REDOG un sostegno finanziario per la formazione e il perfezionamento professionale. REDOG viene considerata come partner equivalente dalle organizzazioni come polizia, pompieri e esercito. REDOG parte in impiego con GEA, un’organizzazione di salvataggio turca, in caso di catastrofi: in Nepal nel 2015 ed in Albania nel 2019.

    Il generoso sostegno da enti come la Fondazione JTI, Robmar e la Fondazione umanitaria della Croce Rossa svizzera non solo ha migliorato la situazione finanziaria, ma testimonia anche la riconoscenza del lavoro e l’importanza di REDOG. Realizzando un ufficio nel 2012, Romaine  Kuonen ha garantito la continuità ed anche lo sviluppo futuro dei successi attraverso la professionalità della gestione della società, del marketing e della raccolta di fondi.

    Roc Collenberg

    In occasione dell’assemblea dei delegati del 2021, quando ha potuto nuovamente avere luogo durante la pandemia di coronavirus, Roc Collenberg è stato nominato membro onorario. Pubblichiamo di seguito l’omaggio reso da Markus Willi, vice-presidente del comitato centrale della REDOG. Riteniamo che esprima esattamente quello che caratterizzava Roc Collenberg e le concezioni che ha sviluppato e messo in atto nella ricerca di superficie. Grazie Markus.

    Quando penso a Roc, mi viene in mente un uomo che persegue sempre i suoi obiettivi con una diligenza ed un impegno enormi, una grande passione e una grande devozione, ed una grande pretesa verso sé stesso (e anche da tutti gli altri). Il motto “Fare, è come volere, ma molto più estremo!” sembra essere stato creato per lui. Lascia volentieri parlare gli altri, lui passa all’azione.

    REDOG ha potuto beneficiare enormemente di queste sue caratteristiche negli ultimi 20 anni. Certamente non esagero dicendo che Roc ha marcato in modo fondamentale i “tempi moderni della ricerca di superficie REDOG” (e con questo intendo l’evoluzione negli ultimi 16 anni sino ad oggi) e che ha contribuito a definirli. Ha partecipato allo sviluppo di tutti gli standards attualmente in vigore, sia che si tratti dei regolamenti dei concorsi o tecnici, o ancora della teoria di intervento della ricerca di superficie – tutto ciò porta la firma di Roc e si basa sulle sue idee.

    Roc è entrato nella REDOG nel 2001 ed è stato eletto nel 2006 responsabile della formazione della ricerca in superficie in seno alla commissione tecnica, ruolo che ha occupato fino alla modifica degli statuti. In seguito ha creato, con Matthias Knöri, il gruppo dirigente responsabile del settore della ricerca di persone scomparse per cinque anni circa ed ha partecipato con questo ruolo nel comitato centrale fino al 2019. Egli stesso ha partecipato alla ricerca di superficie con due cani. Prima con Grace, una femmina di pastore tedesco, poi con Iska, la femmina labrador sulla fotografia.

    Intervistato sulla fase di sviluppo che lo ha maggiormente segnato, risponde: l’introduzione del test d’intervento degli aiuti SAR, la riorganizzazione strutturale dell’ambito della ricerca di persone scomparse e la nuova organizzazione dell’allarme. Ed aggiunge un’idea: “sai, Markus, REDOG necessita, al di fuori da ogni vincolo strutturale, di un ufficio dell’innovazione, di un think-thank che rifletta in modo continuativo ed identifichi le sfide del futuro.” È con piacere che riferirò questa idea al nuovo comitato direttore, caro Roc.

    Impressum

    Un grande ringraziamento ai membri REDOG e ai membri onorari per le informazioni di sfondo e le numerose foto.

    Un ringraziamento particolare a:

    • Carla de Pretto, Claire Lecannellier e Michèle Cepl

      per le traduzioni in francese e in italiano

    • Jeremias Janki e i suoi immensi archivi REDOG

    • Heinz Brecht e i suoi archivi fotografici

    • Hanspeter Burkart e la memoria dei nomi

    • Alois Hafner e Peter Kradolfer per le loro memorie e i loro incoraggiamenti

    • Max Strässle per il film e la foto

    Concetto e testi: Dagmar Wurzbacher

    Ringraziamo i nostri membri onorari per la loro fedeltà a REDOG

    Otto Aeschbacher, Gwatt

    Walter Baumgartner, Hünibach

    Heinz Brecht, Wattwil

    Edi Bucher, Oberburg

    Harry Büchler, Thalwil

    Roc Collenberg, Domat/Ems

    Fritz Dummermuth,
    Hochdorf

    Andrea Engel, Salisburgo

    Andreas Enzler, Rhäzüns

    Toni Enzler, Zizers

    Ruedi Gantenbein, Altstätten

    Ermanno Genasci, Gudo

    Regina Gorza, Olten

    Alois Hafner, Zizers

    Linda Hornisberger, Belp

    Paul Hugentobler, Bauma

    Peter Huwyler, Jegenstorf

    Jeremias Janki, Davos Dorf

    Reimar Juchli, Brüttisellen

    Elias Kalt, Rhäzüns

    Ewald Keller, Effretikon

    Peter Kradolfer, Innerberg

    Romaine Kuonen, Berna

    Rosmarie Lang, Berna

     

     

    Elio Manghera, S. Pietro di Stabio

    Bruno Maurer, Reussbühl

    Urs Ochsenbein, Zurigo

    Georges Pellet, Grand-Saconnex

    Charles Raedersdorf, Köniz

    Kilian Schnyder, Naters

    Fritz Schöni, San Gallo

    Stefano Villa, Arzonico

    Margrit Zumkeller,
    Watt-Regendorf